Prima scena. Il 16 aprile 1943, quasi un anno prima che le truppe alleate sbarchino in Normandia, il vice direttore del laboratorio chimico della “Sandoz” di Basilea, Albert Hofmann, sta lavorando sugli alcaloidi dell’ergot, un fungo che aggredisce la segale. Cinque anni prima ha aggiunto all’acido lisergico un gruppo di dietilamidi formando la dietilammide dell’acido stesso, battezzata Lysergäurediathylamide abbreviata in LSD. Nel corso del nuovo esperimento in quel giorno di primavera assorbe una dose molto piccola della sostanza. Si sente irrequieto e prova un senso di vertigine. Lascia il laboratorio e si dirige a casa. Steso sul letto prova un piacevole stato di delirio: un intenso gioco caleidoscopico di colori. Dopo due ore l’effetto svanisce. Nei giorni successivi prova su se stesso la sostanza: ingerisce 250 microgrammi di acido lisergico dietilmide. Dopo quaranta minuti ha un leggero stordimento e disturbi visivi associati al riso. Si fa accompagnare a casa dal suo assistente. Vanno in bicicletta. Albert fatica a parlare e gli sembra di non avanzare nonostante che pedali, come gli dirà l’assitente, a forte andatura.
La realtà intorno appare deformata con fluttuazioni e distorsioni. Hofmann ha scoperto il più potente allucinogeno in uso, davanti a cui anche la mescalina, o i funghi sacri degli sciamani, sono poca cosa. Ne basta una dose minima e non provoca dipendenza. Gli allucinogeni sono quelle sostanze che hanno l’effetto di alterare percezioni o di interpretare la realtà esterna o interiore in modo diverso da quello dello stato di coscienza normale (G. Arnao). In termini farmacologici sono dei “psicodislettici”; noi conosciamo questi tipi di droghe come “psichedelici”, termine coniato nel 1956 dallo psichiatra Humphry Osmond: dal greco “rivelatore della mente”. L’LSD rivelerebbe stati e dimensioni della coscienza che sono normalmente ignoti. Queste sostanze sono anche chiamate“enteogeni”, ovvero “generatori di contatto con gli dei”. Quello che Hofmann ha scoperto non è altro che la versione molto potente di sostanze già presenti in natura, usate per stabilire un contatto con il mondo del divino da sciamani e stregoni. Nella sua autobiografia, LSD. Il mio bambino difficile, Hofmann racconta le ricerche fatte successivamente in Messico per cercare i principi attivi dei funghi sacri, ma anche gli incontri negli anni Cinquanta con Ernst Jünger, con cui ha provato l’acido. Ma come ha fatto l’LSD a diventare la droga mitica degli anni Sessanta? Com’è potuta uscire dal laboratorio della casa farmaceutica svizzera e arrivare nella California della Summer of Love del 1967?
Seconda scena. Nel 1960 Timothy Leary, docente di psicologia clinica a Harvard, è a Cuernavaca e prova per la prima volta i funghi allucinogeni. La scoperta delle potenzialità offerte da questa esperienza lo convincono che sia venuto il momento di svelare le potenzialità del sistema nervoso umano e di rendere accessibili a tutti i risultati delle ricerche. In autunno di quell’anno è a Harvard e comincia con un collega, Richard Alpert, esperimenti con la psilocibina, sintetizzata dai funghi. Come membri del “Center for Research” non hanno difficoltà a procurarsi sostanze allucinogene. Gli esperimenti si allargano a trentacinque persone volontarie. Lo scopo è di utilizzare queste sostanze in ambito psichiatrico. Nella primavera del 1961 cominciano a trapelare le prime voci su un uso extrascientifico delle sostanze. I due ricercatori promettono di non coinvolgere gli studenti non laureati negli esperimenti. Ma in marzo il comitato direttivo del Centro ridiscute l’intera questione. La notizia arriva ai giornali. Ne parla l’ “Herald” di Boston. Alpert e Leary spostano i loro esperimenti fuori dal campus.
Nell’estate del 1962 Laeary va in Messico e affitta un albergo a Zihuatanejo. Sulla stampa americana si parla di loro come di “tossicomani traviati”. Vengono licenziati dall’università di Harvard. Per le loro iniziative trovano sostenitori di ricchi mecenati. LSD comincia a spargersi. Nel corso degli anni Quaranta i medici psichiatri usano l’LSD nella psicoterapia, come riferisce Osmond. Nel 1953 racconta Hofmann, l’Office of Strategic Service, la futura CIA, sperimenta l’LSD per vari scopi. La ricerca è in pieno corso quando la vicenda di Leary esplode. Nel 1963 fonda la “Castalia Foundation” in un castello di proprietà di un milionario americano. A questo punto LSD è di pubblico dominio. Non è un caso, sottolineerà in seguito Hofmann, che si diffonda proprio nel paese “dove l’industrializzazione, la meccanizzazione di tutti i settori produttivi compresa la lavorazione della terra e l’urbanizzazione, erano più avanzate che in altre nazioni”. Questa sarebbe una delle ragioni per cui nasce il movimento hippy. Nel 1963 la Sandoz ha perso i diritti sul brevetto, e comincia la produzione di LSD in altri paesi, in particolare negli Stati Uniti. La storia della sua messa fuorilegge s’intreccia con il destino di Leary e del movimento.
Nel 1966 è arrestato perché in possesso di una piccola quantità di marijuana. Il 15% degli studenti delle università californiane ha preso LSD. Nel 1964 Leary pubblica La politica dell’estasi, che esce lo stesso anno di L’uomo a una dimensione di Marcuse. Sempre nel 1966 il guru della rivoluzione psichedelica è condannato a 30 anni di carcere per detenzione e spaccio di droga. Leary scrive su “Playboy” che il segreto dell’LSd è di realizzare innumerevoli orgasmi: il sesso entra come altro dirompente elemento nella rivoluzione psichedelica. Lo slogan del guru è Turn on, tune in, drop out, “Accenditi, sintonizzati, abbandonati”. LSD non è più solo una sostanza, ma un movimento con i suoi profeti e i adepti: la Beat generation, Alan Watts, Huxley, e personaggi di Hollywood come Cary Grant, che dichiara in pubblico di averne fatto uso.
Terza scena. 1964. Ken Kesey, mitico autore di Qualcuno volò sul nido del cuculo (1962) parte insieme a Neal Cassady e al gruppo musicale dei Pranksters, “i Burloni”, a bordo di un autobus scolastico. Vogliono attraversare gli Stati Uniti per propagandare l’uso dell’acido. Lungo tutto il viaggio bevono aranciata tagliata con LSD conservata nel frigorifero del bus. Visitano Kerouac e Ginsberg, raggiungono Timothy Lear e Owsley, fornitore di acidi. Ufficialmente girano un film, di cui nessuno però ha mai saputo nulla. Finiscono in Messico; poi sono arrestati dalla polizia americana. Tom Wolfe ha raccontato il viaggio psichedelico in L’Acid Test al Rinfresko Elettriko (1968), uno dei migliori tentavi linguistici di restituirci il clima della età psichedelica. Il fenomeno della controcultura è inseparabile dalla presenza degli allucinogeni. Nello spazio di poco tempo, tra il 1967 e il 1968, la rivoluzione si trasforma però in un qualcosa di diverso. Arrivano sul mercato le droghe tradizionali, tra cui l’eroina; da sostanza venduta per pochi dollari LSD, l’acido è proibito e prodotto solo da laboratori clandestini.
La malavita entra nell’affare, e i “sovversivi” di Leary da soggetti politici si trasformano in “clienti” dei narcotrafficanti con il contorno di agenti provocatori, spie e servizi segreti. L’effetto del proibizionismo ha trasformato le sostanze psicotrope in stupefacenti. Come scrive all’epoca Octavio Paz: “Le autorità non si comportarono verso di esse come se volessero sradicare un vizio dannoso, ma come chi cerca di sradicare una dissidenza” (Corrente alternata, 1967). L’apogeo della controcultura corrisponde alla massima espansione della società opulenta americana. L’emporio farmaceutico creato negli anni Quaranta del XX secolo è stato definitivamente terremotato: da un lato, gli psicofarmaci decorosi, per sanare ansie e inquietudine personali, e dall’altro gli indecorosi stupefacenti, per viaggiare nell’“altrove”. L’epoca sintetica è cominciata.
Dieser Artikel erschien im italienischen Internetportal doppiozero.com sowie in gekürzter Form in der Zeitung „La Repubblica“.