Il tribuno dell’Udc è stato per oltre 25 anni Consigliere nazionale e per quattro anni Consigliere federale. Se fosse vero che in Consiglio nazionale si sprecherebbe solo il tempo, che si farebbero delle riunioni di commissione unicamente per poter ricevere più gettoni di presenza, che ci si occuperebbe di questioni futili, tralasciando le questioni importanti, allora ci chiediamo: Ma perché Christoph Blocher è rimasto per tanto tempo consigliere nazionale? Perché è ritornato dopo la pausa forzata, in seguito alla sua non rielezione, quale Consigliere federale?
Anche senza una sua spiegazione è chiarissimo lo scopo della diffamazione delle nostre istituzioni: egli vuole ingrandire a dismisura il popolo quale sovrano che riunisce il vero potere, quasi assoluto. Blocher fa finta di non capire che ci vuole un equilibrio tra i diversi attori democratici in Svizzera: il Parlamento, il Consiglio federale, il Tribunale federale e il popolo. Tuttavia il vice presidente dell’Udc vuole dialogare direttamente con il popolo, in sé una cosa onorevole, ma lo vuole fare, come l’ha già fatto, in modo esclusivo, al di fuori del Parlamento e del Consiglio federale. La ragione è ovvia. Blocher dice al popolo svizzero e lo ripetono i vertici del suo partito: Il Consiglio federale, l’Amministrazione federale, il Parlamento e il Tribunale federale vogliono forzare l’adesione all’Unione Europea. Quindi il popolo non deve più fidarsi né del Parlamento, né del Consiglio federale: solo il popolo può fare inmodo che la Svizzera rimanga indipendente e neutrale. È chiaro che in tali circostanze la maggioranza degli svizzeri starebbe con Blocher e direbbe no all’adesione all’UE.
Però è altrettanto chiaro che né il Consiglio federale, né il Parlamento hanno l’intenzione di portare la Svizzera nell’UE, anche perché in seguito alla crisi finanziaria e politica dell’Europa la sua immagine si è sbiadita. Tuttavia non si può negare il grande merito dell’UE di avere assicurato la pace per ormai 70 anni, dopo le due devastanti guerre mondiali nella prima parte del Novecento. Tutto questo lo sa benissimo anche Blocher. Ma per poter compiere la missione che egli stesso si è dato, cioè salvare la Svizzera, come egli dichiara continuamente, deve inventare e costruire i nemici del popolo che sarebbero non solo l’Europa, ma pure il Consiglio federale e il Parlamento.
Una votazione fra circa due anni con la domanda: “Volete continuare sulla strada degli accordi bilaterali” sarebbe azzardata per Blocher, poiché il popolo, dopo attenta ponderazione, potrebbe dire di sì. Questo rischio il dimissionario Consigliere nazionale non lo vuole correre e perciò fa apparire le nostre istituzioni politiche quali traditori e quindi il popolo non dovrebbe fidarsi e dovrebbe dire No a qualsiasi domanda posta da Parlamento e Consiglio federale in una prossima votazione.
Il tribuno dell’Udc che si compiace nel ruolo di vero patriota, si è avvalso spesso di un modo di fare, di atteggiamenti in aperto contrasto con ciò che si intende comunemente per tipicamente svizzero. Blocher e il suo partito spesso agiscono come possedessero la verità, non hanno nessun dubbio che altri, forse, potrebbero avere ragione, perciò non sono disposti a compromessi. Così si autoescludono praticamente dal nostro sistema della concordanza volta a cercare insieme delle soluzioni confacenti per il paese. È prassi ormai centenaria che nuove forze politiche vengono integrate in Svizzera. Prova ne è che il Consiglio federale, per oltre 40 anni composto esclusivamente da liberali, si è allargato man mano ad un governo a cinque partiti. Blocher però non unisce, ma divide. Da politico intelligente e smaliziato vende alla popolazione lucciole per lanterne. Un esempio: In un discorso di alcuni anni fa ha tessuto le lodi del bernese Ulrich Ochsenbein, membro nel 1848 del primo Consiglio federale e, come Blocher, non rieletto. Ricorda come allora aveva difeso la nuova Costituzione federale contro le monarchie che circondavano la Svizzera. Tuttavia il grande merito di Ochsenbein era un altro: è riuscito a cucire lo strappo tra i conservatori perdenti nella guerra del Sonderbund e i liberali vincitori. Con la proposta di aggiungere al Consiglio nazionale, la rappresentanza del popolo, il Consiglio degli Stati, con due rappresentanti per cantone, Ochsenbein era riuscito in seguito ad un difficile dibattito a conciliare le due parti avversarie. Il politico bernese aveva quindi la facoltà di unire, mentre Blocher polarizza e spacca la Svizzera.